giovedì 8 agosto 2013

MILANO - TRE DONNE SI LANCIANO DAL PRIMO PIANO

Milano. Via Mac Mahon. Martedì pomeriggio. Tre indizi, tre donne. Tre donne di nazionalità cinese si sono lanciate dal primo piano di un palazzo per sfuggire alla presunta violenza, per chiedere aiuto a cittadini, commercianti, insomma a qualcuno. Probabilmente spinte da un esaurimento, da disperazione. Le tre donne erano nude, con le mani che ricoprivano le parti intime, cappucci in testa strappati, lividi, segni e ferite disegnati su tutto il corpo; segni di catene che probabilmente le tenevano prigioniere in quel maledetto attico. Queste tre donne tra sangue, muco, lacrime, lividi, ossa rotte, tanta paura e tantissimo coraggio decidono di recarsi nella farmacia al civico 111, sempre in via Mac Mahon, anche perché le condizioni fisiche non gli avrebbero permesso lunghe tratte. Nessuno ha visto niente, o per lo meno, nessuno ha avvisato i carabinieri. D'accordo che in questo periodo Milano è abbastanza deserta, ma Mac Mahon rimane una delle vie più trafficate della metropoli. Impossibile che la situazione sia passata inosservata. Chi decide di avvisare i carabinieri, dopo aver visto le disumane condizioni delle tre donne, è solo il dottore presente nella farmacia. Ora le ricerche devono partire dalla radice, capire chi è coinvolto in questa storia, da che nazionalità arriva o arrivino, capire se le donne sono prigioniere a causa di un riscatto imposto alla famiglia o se appartengono a un giro di prostituzione e/o altro. Le donne sono state ricoverate al Gaetano Pini per accertamenti e ora si trovano in un posto sicuro, protetto, dove possono parlare e raccontare tutto ciò che è successo. Peccato che parlino la nostra lingua poco e male, giusto tre parole in croce. Questa non ci voleva, il tutto sarà più difficoltoso per i nostri militanti.

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