lunedì 29 luglio 2013

UN RITORNO A CASA MAI AVVENUTO

Eccoci. Ci risiamo. Qualche giorno fa è avvenuto il tragico incidente a Santiago di Compostela e ieri, nei pressi di Avellino, un'altra strage. Questa volta non si tratta del deragliamento di un treno e neanche dell'ossessione della velocità dell'autista, bensì di un semplice ma crudele tamponamento. Un po' come quelli che possono accadere tutti i giorni per la troppa disattenzione? Non proprio. Il pullman ha tamponato alcune auto dinanzi a lui scatenando un susseguirsi a catena con un finale tragico: 30 metri di volo. Le vittime per ora sono 36, tra bambini, anziani, padri e madri di famiglia. Gente di tutte le età perché questa era una gita, una di quelle gite di famiglia, dove ci si sveglia all'alba, con pranzo al sacco, lo scopo di far divertire i bambini con gli amichetti, l'emozione nel fare nuove escursioni, nuove conoscenze, e il ritorno sul pullman, di sera, ormai sfiniti, dove possiamo immaginare una conversazione tra moglie e marito: "Stasera devo fare la lavatrice, ma non ho voglia!" e la risposta dolce e pronta " Ma no amore, sei stanca, la fai domattina". E poi il caos, le urla, il sangue, il volo, quel ritorno a casa mai avvenuto e quella lavatrice mai fatta. Non conta la serenità nel ritrovarsi vivi, no, perchè tra le urla, il sangue e i pianti c'è anche il tuo bambino, tuo marito, tuo fratello, tuo padre. All'appello la mattina erano 48 le persone presenti su quel pullman e al ritorno, tragico e indimenticabile, meno della metà. Le cause dell'incidente non sono ancora note ma l'ipotesi più accreditata è un guasto ai freni; vengono, però, tenute in considerazione anche l'improvviso scoppio di una ruota e il colpo di sonno dell'autista. Ancora nulla di certo, tutto ciò verrà verificato nel momento in cui ad ogni corpo verrà associato un nome e un cognome, quel tragico momento in cui verrà chiesto ai parenti e agli amici di riconoscere il cadavere. Secondo le testimonianze, il pullman, dall'alto pare irriconoscibile, una scatoletta schiacciata. Le persone presenti nelle macchine tamponante sono ferite ma non in gravi condizioni, chi zoppica, chi sanguina, chi piange, chi è sotto shock. "Il Corriere Della Sera" riporta anche una testimonianza di uno degli autisti tamponati: "C'erano alcune auto incolonnate per un rallentamento. Ci siamo fermati. Qualcuno ha messo le quattro frecce. All'improvviso abbiamo sentito un boato. Sembrava un terremoto". Intanto dal basso si sentono delle urla, parole fredde, gelide, un soccorritore grida ai colleghi: "Servono 40 bare". I superstiti sono pochissimi e comunque in gravi condizioni. Non è il primo incidente avvenuto in quella strada maledetta, prima di questo, i morti erano già una quarantina.

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