venerdì 9 agosto 2013
ANCORA UNA VOLTA, LA VIOLENZA SULLE DONNE - ASPETTI POSITIVI
Per la prima volta, o comunque mi capita di rado, apro il giornale e non trovo temi politici nelle prime pagine, nessun titolo contenente "Berlusconi", "Santanchè", "Letta" o "Renzi" e nessun sottotitolo contenente "Pd", "Pdl" o "Lega". O per lo meno, ci sono, ma nelle pagine successive. Ciò vuol dire che per una volta c'è un tema più importante di cui bisogna occuparsi, da affrontare, perché forse sta allarmando molto di più rispetto ai domiciliari o meno di Silvio Berlusconi. Questo tema l'ho già affrontato più volte, si tratta della violenza sulle donne. Campagne pubblicitarie di Yamamay, le tre donne cinesi che si sono buttate giù dal balcone per scappare dalla disperazione (tra l'altro si è scoperto che lavoravano nei centri massaggi cinesi), leggi sullo stupro di gruppo, sullo stalking, Anna Laura Millacci e la sua denuncia su Facebook, insomma è un tema che mi è molto a cuore. L'ultima notizia, che riguarda questo tema sociale, è finalmente dalla nostra parte, dalla parte di noi donne, e dalla parte anche di tutti quegli uomini che si sono sempre comportanti correttamente. Perché lo sappiamo, ci sono tanti uomini onesti che non devono e non possono essere associati all'altra categoria di uomini, quest'ultimi più simili a dei mostri. Il Consiglio dei Ministri ha finalmente approvato l'arresto obbligatorio in flagranza di maltrattamenti in famiglia, l'irreversibilità della querela e l'allontanamento da casa dei mostri. Come afferma Angelino Alfano: "Una serie di norme che hanno lo scopo di intervenire tempestivamente prima, di proteggere la vittima, di punire il colpevole e di agire perché la catena persecutoria non diventi femminicidio". Che poi è il pensiero che abbiamo tutti da una serie di anni, ma loro decidono di occuparsene nel 2013, dopo un'infinità di omicidi, in cui le donne non sono mai state tutelate dalle pubbliche amministrazioni. Ma come si dice, meglio tardi che mai! Tra l'altro ultimamente il clima si è appesantito, all'incirca ogni giorno vediamo articoli di giornale riguardanti il femminicidio. In più, secondo la legge, vengono considerate più gravi alcune violenze rispetto ad altre, ad esempio quelle su minorenni e donne incinte. D'accordo che sia i minori che le donne incinte sono due figure molto delicate ma la violenza è violenza; non può esistere una violenza più grave di un'altra. Che poi io il rimedio per questi bastardi ce l'avrei anche, violenza sia su donne, che su donne incinte, che su bambini, che su animali ...semplicemente pena di morte ... in egual misura, per tutti. Ma procediamo. Altra notizia positiva: è stato introdotto il gratuito patrocinio per le vittime di violenza, a prescindere dal reddito. E ancora, per le violenze nelle comunità straniere, sarà concesso il permesso di soggiorno a chi le subisce e le denuncia. Idea geniale ma non genialissima; sappiamo che c'è gente che farebbe di tutto per un posto di soggiorno in Italia, e sappiamo anche che per ottenerlo alcune cadrebbero così in basso. Quindi, occhi aperti!
Ma andiamo a vedere come affrontano la questione negli altri stati. In Francia vengono punite anche solo le violenze verbali, mentre le violenze fisiche prevedono l'espulsione immediata dal domicilio e pene più severe. In Germania, lo stalking è reato dal 2008 in caso di violenza, all'uomo può essere impedito il contatto con la vittima e l'ingresso nella casa comune. Ma ancora. In Spagna, vengono creati tribunali ad hoc e inoltre il sostegno da parte dello stato è sia economico che poliziesco. In Austria, infine, si può prevedere l'allontanamento dell'uomo dalla casa comune in attesa della sentenza. Insomma, era ora che ci svegliassimo anche noi! Un grande passo in avanti, anche se si sa; nessun decreto legislativo, nessun articolo della Costituzione potrà mai sanare una donna. La ferita si rimarginerà, il livido si sistemerà, ma l'anima non puoi mai e poi mai guarirla.
Etichette:
alfano,
anna laura millacci,
austria,
decreto legge,
facebook,
femminicidio,
francia,
germania,
italia,
spagna,
stalking,
violenza sulle donne,
yamay
giovedì 8 agosto 2013
MILANO - TRE DONNE SI LANCIANO DAL PRIMO PIANO
Milano. Via Mac Mahon. Martedì pomeriggio. Tre indizi, tre donne. Tre donne di nazionalità cinese si sono lanciate dal primo piano di un palazzo per sfuggire alla presunta violenza, per chiedere aiuto a cittadini, commercianti, insomma a qualcuno. Probabilmente spinte da un esaurimento, da disperazione. Le tre donne erano nude, con le mani che ricoprivano le parti intime, cappucci in testa strappati, lividi, segni e ferite disegnati su tutto il corpo; segni di catene che probabilmente le tenevano prigioniere in quel maledetto attico. Queste tre donne tra sangue, muco, lacrime, lividi, ossa rotte, tanta paura e tantissimo coraggio decidono di recarsi nella farmacia al civico 111, sempre in via Mac Mahon, anche perché le condizioni fisiche non gli avrebbero permesso lunghe tratte. Nessuno ha visto niente, o per lo meno, nessuno ha avvisato i carabinieri. D'accordo che in questo periodo Milano è abbastanza deserta, ma Mac Mahon rimane una delle vie più trafficate della metropoli. Impossibile che la situazione sia passata inosservata. Chi decide di avvisare i carabinieri, dopo aver visto le disumane condizioni delle tre donne, è solo il dottore presente nella farmacia. Ora le ricerche devono partire dalla radice, capire chi è coinvolto in questa storia, da che nazionalità arriva o arrivino, capire se le donne sono prigioniere a causa di un riscatto imposto alla famiglia o se appartengono a un giro di prostituzione e/o altro. Le donne sono state ricoverate al Gaetano Pini per accertamenti e ora si trovano in un posto sicuro, protetto, dove possono parlare e raccontare tutto ciò che è successo. Peccato che parlino la nostra lingua poco e male, giusto tre parole in croce. Questa non ci voleva, il tutto sarà più difficoltoso per i nostri militanti.
Etichette:
cinesi,
farmacia,
mac mahon,
milano,
prostituzione
mercoledì 7 agosto 2013
TOPI D'APPARTAMENTO O MEGLIO BABBUINI D'APPARTAMENTO
Pensavamo che l'uomo fosse l'animale più sviluppato, evoluto, intelligente e razionale sul pianeta Terra (oddio, non proprio in tutti i casi). Ne eravamo convinti. Ma così non è. In questi giorni a Città del Capo è nata una gang formata da 500 babbuini. Questi babbuini vanno alla ricerca di cibo, vestiti, giocattoli e non solo. Pare che ottengano quello che vogliono con estrema facilità. Sono i bulletti della città. Entrano nelle macchine, negli appartamenti, strappano le tende, svuotano i frigoriferi, portano via oggetti di diversi tipi e di diverso valore. Sono, in un certo senso, i quartoggiaresi de' noantri. Fanno fuori tutto, senza problemi e senza paura. Gli abitanti della città sono comprensibilmente spaventati perchè questi babbuini non sono affettuosi, non vogliono giocare con te come fanno i cagnolini, non si accucciano a fianco a te sul divano mentre guardi "Il Boss Delle Torte", questi babbuini fanno sul serio. Durante il giorno vengono scippate signore per strada; rubate borsette (beati loro se riescono ad accaparrarsi qualche Céline), sacchetti del supermercato (contenenti cibo), vengono svuotati interi reparti nei vari supermercati senza neanche passare alla cassa a pagare. Non mostrano nè la Fidaty Card e nemmeno la tessera socio Coop. Insomma questi babbuini non provano nessun tipo di compassione per gli umani, non li compatiscono, anzi, persistono con la loro attività illegale fino a farli impazzire. Studi dimostrano che i babbuini credono di avere uno stato sociale superiore a quello degli umani e lo afferma l'etologa Rachel Noser. Insomma, questi animali si sentono superiori agli uomini perché incutono loro timore fino a farli diventare deboli, impauriti e disarmati. E se questo era il loro obiettivo, l'hanno raggiunto, quindi un premio per loro ... anzi forse si sono già recati in qualche negozio per rubarlo!
martedì 6 agosto 2013
UN MINUTO SEI VIVO E IL MINUTO DOPO SEI MORTO - L'OMICIDIO DI MARIA ANGELA GRANOMELLI
Se non c'è da fidarsi dei conoscenti, figuriamoci degli sconosciuti. Ed è quello che è successo a Saronno, nella gioielleria "Il Dono di Tiffany", sabato verso le 17.00. La gioielliera, titolare del negozio, Maria Angela Granomelli, 62 anni, sabato verso le 16.00, riceve un cliente, apparentemente uno dei tanti, la Granomelli si comporta professionalmente, mostra inizialmente alcune collane, alcuni braccialetti e poco dopo si ritrova a terra senza vita, ricoperta da calci e pugni. L'assassino, che non conoscerebbe personalmente la titolare, sarebbe un uomo sui 35 anni, gli inquirenti e i carabinieri, grazie anche alle telecamere presenti nel negozio, sono alla ricerca. Si stanno verificano anche le impronte digitali a confronto con le impronte già schedate e il tutto sarebbe molto più semplice se il killer avesse già dei precedenti. L'uomo, o meglio il mostro, dopo aver ucciso Maria Angela, sarebbe rimasto ancora un po' nel negozio per trovare la chiave che permetteva di uscire dal retro, così da non farsi vedere da nessuno. Si cercano testimoni, cittadini, commercianti, ma non ce ne sono. Nessuno ha visto niente. Nessuno ha sentito niente. Saronno è sotto shock e ha tanta paura. Davanti alla saracinesca del negozio, abbassata per lutto, ci sono fiori portati da amici e parenti e una scritta significativa che gela il sangue: "Perché?". Perché tutto questo e perché proprio a lei si chiederanno amici e familiari e un po' tutta Italia. Tanta insicurezza, troppa paura di vivere in cui un minuto sei vivo e il minuto dopo ti ritrovi a terra, freddo, senza circolazione del sangue, senza respiro, morto. Il corpo di Maria Angela è stato ritrovato dal marito, preoccupato perché alle 20.45 la donna non era ancora rientrata a casa e non rispondeva neanche alle chiamate. Ma possibile che in tutte queste ore nessuno sia entrato nel negozio e nessuno abbia visto niente?! Intanto i commercianti sono tutti terrorizzati ma il sindaco Luciano Porro promette: "Si è perso il valore della vita umana, faremo il massimo per tutelare la sicurezza dei nostri cittadini".
LO CHIAMANO PHUBBING.
Aggiungete una nuova parola al vostro vocabolario italo/inglese/tecnologico/che fa figo, insomma: "phubbing". Vi chiederete: "cos'è?" Una breve ricerca su Google e troviamo il significato: l'atto di snobbare qualcuno durante un dialogo, guardando il telefono, invece di porre attenzione al nostro interlocutore. Alcuni di voi, dopo un sorriso ironico penseranno, "sì sono io" oppure "sì, mi capita spesso!". Ragionevole. Perché, in effetti, questo interlocutore, cos'avrà di tanto importante da dirci? Abbiamo problemi più importanti da affrontare; che spaziano dal passare il dannatissimo trentesimo livello di Candy Crush Saga a dare un'occhiata rapida alle foto di Melissa Satta che fa giocare il suo cagnolino su Instagram. E poi dai, non vuoi provare a battere Akinator?! Non vuoi vedere se tu conosci qualcuno che lui non conosce?! Non ci credo! E ancora non vuoi vedere l'ultimo messaggino con la foto dello smalto Dior color smeraldo appena mandato dalla tua amica su WhatsApp? Dai! Poi non diteci che non conversiamo, oh si, lo facciamo eccome! Con iPhone e Smartphone, però lo facciamo! Noi non snobbiamo nessuno (se ci tagga in un post o se cinguetta con noi su Twitter!). Le applicazioni che ci tengono in contatto sono innumerevoli: Facebook, Twitter, WhatsApp, Viber, WeChat (questa è la new entry, voglio dire se ce l'ha Messi, non posso non averla io!) e se volete una lista più impegnativa puntate il ditino sul vostro AppStore, Categorie, Social Network e sbizzarritevi! Però non tutti la pensano così, non tutti sono affascinati da questo mondo. Nel 2013 c'è ancora gente che si diverte a fare ricerche e criticare tutti i comportamenti umani. Chi sono? I sociologi, come sempre! Viaggiano con il loro Nokia 3310 e sono invidiosi perché le offerte di Groupon le trovano sul sito ufficiale, quindi devono accendere il computer e avere tanta pazienza, nessuna comodità, non hanno l'icona lì pronta sullo schermo che ti dice "cliccami" ! Sono invidiosi, quindi criticano! Hanno creato, infatti una nuova campagna: anti-phubbing. Si tratta di bon ton, un po' come, se tossisci, metti la mano davanti alla bocca; se tocchi dentro qualcuno, per sbaglio, chiedi scusa; se uno parla, lo ascolti! Semplice. Più o meno. Perché magari proprio mentre lo stai ascoltando e lui borbotta riguardo la quantità di zanzare presenti a Milano in questo periodo, Martina e Luca passano da "fidanzati ufficialmente" a "relazione complicata" su Facebook e tu non hai neanche potuto chiedere a Martina come sta perché eri troppo impegnata a parlare di zanzare!! Che amica sei?? Oppure dai... il solito argomento sull'amore, il fatto che ci si vede di meno, che non è più come una volta. Informiamo nonni e genitori che l'app Emoji ha ben 12 tipi di cuoricini, tutti di colori diversi, quindi siamo anche noi degli inguaribili romantici. Va bè, io ho finito, se volete maggiori informazioni mi trovate sempre su Twitter, Facebook e Instagram.
Ecco a voi le campagne anti-pubbing:
Etichette:
akinator,
campagan anti-phubbing,
candy crush saga,
dior,
emoji,
facebook,
Google,
groupon,
instagram,
iphone,
melissa satta,
messi,
phubbing,
smartphone,
social network,
sociologi,
twitter,
viber,
wechat,
whatsapp
domenica 4 agosto 2013
ATM
1,70. Non è la mia altezza e neanche il peso di un bebè. E' il prezzo che la giunta Pisapia ha deciso di imporre per quanto riguarda un biglietto giornaliero dell'Atm, che sia tram, metro, bus, poco importa. Gianni De Nicola, l'assessore ai Trasporti della provincia afferma: "Questa manovra del Comune penalizza soprattutto i pendolari ed è una vergogna" e continua "Se diciamo di voler togliere le auto dalla strada per decongestionare e ridurre l'inquinamento, non possiamo poi vessare gli utenti alzando i costi degli abbonamenti. E' una contraddizione clamorosa". Nulla di più vero. E' stata introdotta l'Area C nel 2012, ovvero un'area che delimita il centro di Milano, in cui sono presenti delle telecamere pronte a multare chiunque non paghi il biglietto. L'accesso nel centro di Milano, durante la settimana, è pari a 5 euro, sabato e domenica invece è nullo. Probabilmente la giunta Pisapia ha fatto una ricerca e ha scoperto che se paghi non inquini. Strano ma vero, cosa non si approva per fatti economici... Ad ogni modo ciò dovrebbe far in modo che le persone lascino la macchina nel box di casa e si muovano con i mezzi pubblici messi a disposizione dal Comune di Milano. Ma se non intendo inquinare il territorio di Milano, lasciando la macchina a casa, perché devo comunque essere punito con un aumento del prezzo del biglietto giornaliero Atm che, tra l'altro, cambia con la stessa frequenza degli smalti della D'Urso? Questo solo Dio e Pisapia lo sanno. Una persona sarebbe anche disposta a pagare a caro prezzo un giornaliero, ma il servizio dovrebbe essere impeccabile: pulizia, puntualità e posto a sedere assicurato. Ma queste sono qualità che non rispecchiano l'Atm, ho personalmente aspettato un bus per 20 min, per poi vederne arrivare tre in contemporanea, ovviamente, nel frattempo, si era creata la folla ad aspettare, per quanto riguarda la pulizia non tendo ad accennare e il posto a sedere non l'ho visto neanche lontanamente. Insomma in settant'anni di ticket il prezzo è aumentato, non ci sono dubbi, da 2 lire nel 1945 a 1,70 nel 2014. A voi la scelta sul mezzo più opportuno, comodo ed economico per muoversi nella nostra metropoli, che resta comunque la città italiana con la tariffa dell'abbonamento mensile più economica.
Etichette:
atm,
giornaliero,
milano,
pisapia,
trasporti
NAPOLI, VIOLENZA SU UNA MINORENNE
Un altro caso di violenza, un altro caso di indignazione. Questa volta non si tratta del sesso ritenuto debole, bensì di violenza nei confronti dei minorenni. Atti che fanno gelare il sangue. E' successo venerdì sera verso le 19.00 a Napoli, una bambina aveva fatto pochi passi da casa per andare a comprare alcuni quaderni in cartoleria, ed è stata notata da un uomo di una quarantina d'anni. L'uomo si è avvicinato e con qualche scusa ha fatto in modo che la bambina ricambiasse la vicinanza, proprio in quel momento ha iniziato a toccarla insistentemente. La bambina tra urla, pianti e richieste d'auto è corsa all'interno della cartoleria e a quel punto una folla ha iniziato a correre alla ricerca del "mostro". I passaparola fanno si che l'indignazione aumenti e la folla anche, l'uomo viene trovato, preso e da quel momento partono schiaffi, pugni e calci come se non ci fosse un domani. I carabinieri, avvisati, si precipitano sul luogo del delitto facendosi largo tra la innumerevole folla e ritrovano l'uomo steso a terra, nudo, con il volto tumefatto. L'uomo è ora ricoverato, riporta delle ferite gravi ma non lotta contro la morte. E' in arresto per violenza sessuale aggravata. Aveva subito un'altra denuncia per un fatto simile, sempre su un minorenne. La piccola fortunatamente non riporta ferite, solo tanto choc che le rimarrà impresso a vita, dovrà infatti partecipare a delle sedute psicologiche per superare al meglio questo evento traumatico.
sabato 3 agosto 2013
LA CRONACA DI MILANO ?!
Che la globalizzazione ci sia e sia ormai affermata, non è nulla di nuovo. Ma sfogliare pagine del giornale per andare alla ricerca di ciò che sta accadendo nella propria città, Milano, e trovare coinvolti solo romeni, tunisini, marocchini e nordafricani, forse è un po' troppo. Ed è quello che mi è successo stamane leggendo "Il Corriere Della Sera"; tre fatti di cronaca su una stessa pagina, accaduti a Milano, ma qua di "milanesi imbruttiti" e "bauscia milanes" non c'è traccia. Sollievo sì, ma anche un po' di paura. Prima notizia, un romeno di 29 anni che nelle sera di mercoledì ha deciso di provare a derubare in una palazzina. Gabriel B., così si chiama il "topo d'appartamento", stava provando ad aprire le porte delle varie case con un mazzo di chiavi smarrito distrattamente da una condomina il giorno prima. E' stato avvistato da un uomo che ha prontamente chiamato i carabinieri che in pochi minuti si sono precipitati nella palazzina interessata. Il romeno spaventato, inseguito dai carabinieri, ha provato a scappare con un volo da un edificio all'altro, volo, però, riuscito male perchè il corpo è precipitato a terra dal sesto piano e Gabriel è morto sul colpo. Secondo fatto di cronaca, una rissa avvenuta davanti a Stazione Centrale, una delle zone più frequentate da turisti e non; due persone coinvolte, un tunisino e un marocchino. Il marocchino, 18 anni, impugna un coltello da cucina (21 centimetri) che decide di puntare verso il tunisino di 22 anni. I motivi non sono ancora chiari, ma il marocchino colpisce e ferisce il tunisino prima con un colpo all'addome e poi al torace. Il primo viene arrestato per tentato omicidio e il secondo viene soccorso al Policlinico, ma nulla di grave. Terzo e ultimo episodio, sicuramente il meno crudele; riguarda due turiste inglesi che vengono rapinate del cellulare, un Samsung Galaxy S2. Le due donne stavano tranquillamente camminando per viale don Luigi Sturzo quando vengono aggredite alle spalle da tre nordafricani che strappano dalle mani di una delle due il cellulare.
E VISSERO FELICI E ... SMASCHERATE
Cosa c'è di più magico delle fiabe della Walt Disney? Tutte quelle principessine sempre perfette, ammiccanti, precise, che hanno fatto sperare e illudere allo stesso tempo migliaia e migliaia di bambine?! Quelle principessine a cui ci ispiravamo nelle feste come carnevale, in cui i costumi spaziavano da Cenerentola a Biancaneve, dalla Sirenetta a Jasmine; con coroncine e bacchette magiche annesse che ci facevano sentire invincibili?! (Parlo di quando ero io bambina, ma credo e spero che anche oggi la situazione sia la stessa.) Non la pensa così, però, Herr Nilsson, artista di strada, nonché writer, che si diverte a decorare i muri di Stoccolma con opere che ritraggono le varie principesse con fucili, coltelli e pistole alla mano, sottolineando il loro lato oscuro che la Walt Disney ci ha sempre nascosto. Quel lato oscuro che appartiene anche ad ognuno/a di noi ma che nelle fiabe non è mai stato preso in considerazione. Nilsson spiega il perché di questa idea originale e folle in egual misura:
"Osservando i miei figli giocare ho capito quanto tutti si aspettino che le eroine femminili siano per il bene. La violenza, a differenza dei prodotti e dei cartoni per maschi, è sempre avulsa dai giochi per bambine. Eppure anche loro crescendo dovranno relazionarsi con essa."Anche l'America si schiera dalla parte di Nillson tanto che un giudice della Corte suprema ha esposto il proprio pensiero:
"Ragazze, fare le principesse non è un mestiere, quindi mettetevi sotto a studiare che il mondo ha bisogno di voi."Considerazione completa, soprattutto al giorno d'oggi. La Disney probabilmente ci vuole proteggere, ci desidera eterne principessine, eterne sognatrici, e non vuole farci avvicinare alla vita reale, fatta di crudeltà, di violenza, di botte, di omicidi, e purtroppo, di molto altro; ma forse Nillson ha ragione perchè ad oggi bisogna aprire gli occhi sin da piccole ...
martedì 30 luglio 2013
DOPO LO STUPRO DI GRUPPO, ANCHE LO STALKING
Siamo tutte profondamente indignate. Qualche giorno fa ci ha lasciate basite la notizia riguardante lo stupro di gruppo in cui non si considera obbligatorio il carcere; ma anche oggi nulla di positivo; niente carcere per chi fa stalking. Il codice di procedura penale sarebbe stato modificato con un nuovo articolo, il 280, che recita: "La custodia cautelare in carcere può essere disposta solo per delitti, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni". Ciò vuol dire che qualsiasi donna decida, coraggiosamente, di denunciare il proprio partner o un tizio qualunque che non le dà pace, dovrà arrangiarsi, marcire e lasciarsi tormentare continuamente finchè non succeda qualcosa di grave: omicidio, stupro o suicidio; ma a quel punto sarà troppo tardi. Ottimo, no?! Del resto su ogni quotidiano, ogni santissimo giorno, non spuntano come funghi articoli dedicati al femminicidio, no?! I commenti dinanzi a questa pessima e disarmante decisione cadono come pioggia, donne e uomini indignati, come afferma il capogruppo della Lega Nicola Molteni: "Chiunque voti favorevolmente un provvedimento simile dovrà assumersene la responsabilità. Ogni ferita, ogni abuso e ogni omicidio che seguirà questo disegno sciagurato avrà un nome, un volto, una coscienza". Considerazione perfetta, da standing ovation, peccato che tutti noi sappiamo che chi applica le leggi, qualunque cosa succeda, se ne lava le mani. E' storia scritta e riscritta. Film visti e rivisti. Noi donne non abbiamo mai pace, di conseguenza non ci resta che sperare.
lunedì 29 luglio 2013
UN RITORNO A CASA MAI AVVENUTO
Eccoci. Ci risiamo. Qualche giorno fa è avvenuto il tragico incidente a Santiago di Compostela e ieri, nei pressi di Avellino, un'altra strage. Questa volta non si tratta del deragliamento di un treno e neanche dell'ossessione della velocità dell'autista, bensì di un semplice ma crudele tamponamento. Un po' come quelli che possono accadere tutti i giorni per la troppa disattenzione? Non proprio. Il pullman ha tamponato alcune auto dinanzi a lui scatenando un susseguirsi a catena con un finale tragico: 30 metri di volo. Le vittime per ora sono 36, tra bambini, anziani, padri e madri di famiglia. Gente di tutte le età perché questa era una gita, una di quelle gite di famiglia, dove ci si sveglia all'alba, con pranzo al sacco, lo scopo di far divertire i bambini con gli amichetti, l'emozione nel fare nuove escursioni, nuove conoscenze, e il ritorno sul pullman, di sera, ormai sfiniti, dove possiamo immaginare una conversazione tra moglie e marito: "Stasera devo fare la lavatrice, ma non ho voglia!" e la risposta dolce e pronta " Ma no amore, sei stanca, la fai domattina". E poi il caos, le urla, il sangue, il volo, quel ritorno a casa mai avvenuto e quella lavatrice mai fatta. Non conta la serenità nel ritrovarsi vivi, no, perchè tra le urla, il sangue e i pianti c'è anche il tuo bambino, tuo marito, tuo fratello, tuo padre. All'appello la mattina erano 48 le persone presenti su quel pullman e al ritorno, tragico e indimenticabile, meno della metà.
Le cause dell'incidente non sono ancora note ma l'ipotesi più accreditata è un guasto ai freni; vengono, però, tenute in considerazione anche l'improvviso scoppio di una ruota e il colpo di sonno dell'autista. Ancora nulla di certo, tutto ciò verrà verificato nel momento in cui ad ogni corpo verrà associato un nome e un cognome, quel tragico momento in cui verrà chiesto ai parenti e agli amici di riconoscere il cadavere.
Secondo le testimonianze, il pullman, dall'alto pare irriconoscibile, una scatoletta schiacciata. Le persone presenti nelle macchine tamponante sono ferite ma non in gravi condizioni, chi zoppica, chi sanguina, chi piange, chi è sotto shock. "Il Corriere Della Sera" riporta anche una testimonianza di uno degli autisti tamponati: "C'erano alcune auto incolonnate per un rallentamento. Ci siamo fermati. Qualcuno ha messo le quattro frecce. All'improvviso abbiamo sentito un boato. Sembrava un terremoto". Intanto dal basso si sentono delle urla, parole fredde, gelide, un soccorritore grida ai colleghi: "Servono 40 bare".
I superstiti sono pochissimi e comunque in gravi condizioni. Non è il primo incidente avvenuto in quella strada maledetta, prima di questo, i morti erano già una quarantina.
domenica 28 luglio 2013
QUELLA PECCA CHIAMATA DOPING
Nei quotidiani e sui vari siti internet se ne sta parlando tanto. Un caso che ci lascia basiti, delusi, increduli. Ma increduli in cosa? Nello sport? No, perchè fino a prova contraria, lo sport è stato sempre considerato una sorta di benessere, interiore ed esteriore; quel perfetto equilibrio che si instaura tra mente e corpo. Ma fino a che punto? Fino a che punto è conveniente raggiungere il benessere facendosi del male? I motivi sono tanti; economici, di fama, di riconoscimento nazionale e soprattutto mondiale. Il doping è la pecca dello sport, la sua rovina. Pochi giorni fa è avvenuta una vera e propria strage nell'atletica. Strage iniziata con Veronica Campbell-Brown che è risultata positiva a un diuretico proibito, continuata con Tyson Gay che in questo periodo stava ottenendo risultati importanti (e ora sappiamo anche il perché) e non ancora conclusa, no, perché i nomi sono ancora molti. Quindi continuiamo: Asafa Powell, Nesta Carter, Sheron Simpson, Allison Randall, Travis Smikle e Damar Robinson. Tra questi nomi c'è gente che ha vinto Olimpiadi, che è salita sul podio, che ha conquistato i mondiali, che ha fatto sognare il mondo intero. Come dimenticare, inoltre, il caso italiano avvenuto a Londra 2012 che ha coinvolto Alex Schwazer. Una sorta di lutto nazionale. Solo delusione.
Ma l'atletica non è la sola, anche il tennis sta subendo un periodo particolarmente nero, prima con la squalifica del serbo, Victor Tricki, per 18 mesi causata dal rifiuto di consegnare un campione di sangue, poi con la notizia di Cilic risultato chiaramente positivo. A quanto pare, il giocatore avrebbe appreso la notizia durante il torneo di Wimbledon e in seguito avrebbe deciso di simulare un infortunio e di non presentarsi sull'erbetta inglese per non deludere tutti coloro che hanno pagato il biglietto (e anche a caro prezzo) per vedere una competizione tra persone oneste e pulite. Chi ha praticato, anche per poco tempo, attività agonistica, sa benissimo quanti sacrifici, quanto "sangue sputato" c'è dietro tutti questi campioni. Sacrifici fatti dallo sportivo stesso, dai genitori, dal team, dall'allenatore; ed è un vero peccato rovinare un'intera carriera, anche con continui articoli in prima pagina che tendono a denigrare. E poi si sa, la gente non si ricorda mai il bene che hai fatto ma si ricorda solo degli errori.
sabato 27 luglio 2013
QUELLE VITE VIRTUALI CHIAMATE SOCIAL NETWORK
Non è una semplice moda passeggera, è un radicale cambiamento di stili di vita, un completo stravolgimento. Si tratta della nascita delle piattaforme digitali, i famosissimi e sempre più utilizzati Facebook, Twitter, Instagram, Skype e chi più ne ha più ne metta. Queste vite virtuali, questa voglia di far sapere, a tutti i contatti, cosa si sta facendo in quel preciso instante, con chi si è, perché si è lì, dove ci si trova e perché no... la fotina che conferma tutto non manca mai! Dalla passeggiata con l'amica a prendere un gelato alle spiagge romagnole con champagne targato "Papete". Non ci sono più segreti, non c'è più privacy, non si utilizza neanche più la frase "ma l'hai sentita l'ultima?" perché l'ultima è proprio lì, davanti agli occhi di tutti, Giulia che si è lasciata con Matteo perché Matteo l'ha tradita con Francesca e bla bla bla... Di conseguenza ci appare nella "home" che Giulia "è passata da fidanzata ufficialmente a single", che Matteo condivide video musicali su YouTube deprimenti e Francesca se la spassa nelle spiagge romagnole con la bottiglia del "Papete". Facciamo due più due e scoviamo tutto. Ma tutto ciò ci interessa veramente? Sapere ogni minimo particolare della vita di una persona ci riguarda da vicino? A quanto pare sì. Siamo tutti ipnotizzati da questo mondo, non riusciamo a farne a meno, non riusciamo a smettere. Pensare alla nostra vita senza l'applicazione blu con la "f" o senza l'uccellino che vola ci pare assurdo. Senza non saremmo più sul pezzo, non sapremmo tutti i gossip, non sapremmo che il royal baby ha finalmente un nome, prima ancora che venga detto al telegiornale, non sapremmo che Belen è a Formentera e non sapremmo tutte le mosse dei nostri amici, insomma non sapremmo tante, forse troppe questioni probabilmente irrilevanti. Siamo sempre alla ricerca di una notifica, di un "like" su una foto appena postata, di una nuova richiesta di amicizia. Ecco il punto, le richieste di amicizia. Su internet si ha la possibilità di conoscere infinite persone, da cui possono sfociare infiniti amori, amori a distanza, amori virtuali, amori, per la maggior parte delle volte, con significati diversi rispetto l'amore vero. Un po' come quello di Giulia e Matteo. E poi, ciò che è ancora più preoccupante è che, al giorno d'oggi, sono sempre di più i piccini che vogliono iscriversi a qualche piattaforma, perchè seguono noi grandi e vogliono essere affascinati anche loro da questo mondo insulso; non c'è più la bellezza di giocare in cortile con tutti i bambini del palazzo, a palla battaglietta, o saltare alla corda con canzoncina associata, non c'è più la collezione delle tessere telefoniche o Barbie che litiga con Ken, non è rimasto più nulla dell'infanzia, che probabilmente è il periodo più bello e rilassante della nostra nostra vita.
Etichette:
facebook,
instagram,
skype,
social network,
twitter
venerdì 26 luglio 2013
FERMA IL BASTARDO
Pochi giorni fa ho scritto un articolo riguardante una campagna pubblicitaria di "Piazza Italia" che sottolinea l'importanza del lavoro e di quanto al giorno d'oggi ce ne sia poco. Oggi parlerò di un'altra campagna pubblicitaria. Il marchio è "Yamamay" e lo slogan recita: "Ferma il bastardo". Slogan che tende a denunciare tutte le violenze fatte all'interno delle mura domestiche, subite da donne. Tanto se ne sta parlando di questo problema: la denuncia su Facebook di Anna Laura Millacci, il discorso molto toccante di Luciana Littizzetto a Sanremo in cui diceva: "In Italia, in media, ogni due o tre giorni un uomo uccide una donna, una compagna, una figlia, un'amante, una sorella, una ex. Magari in famiglia, perché non è che la famiglia sia sempre e per forza quel luogo magico in cui tutto è amore. La uccide perché la considera una sua proprietà, perché non concepisce che una donna appartenga a se stessa e sia libera di vivere come vuole lei. E noi che siamo ingenue spesso, scambiamo tutto per amore. Ma l'amore con la violenza e le botte non c'entrano un tubo; l'amore, con i schiaffi e pugni c'entra come la libertà con la prigione. Un uomo che ci mena, non ci ama. Mettiamocelo in testa. Vogliamo credere che ci ami? Bene, allora ci ama male. Non è questo l'amore. Un uomo che ci picchia è uno stronzo, sempre. E dobbiamo capirlo subito, al primo schiaffo, perché tanto arriverà anche un secondo e poi un terzo e un quarto. L'amore rende felici e riempie il cuore, non rompe le costole, non lascia lividi sulla faccia. Pensiamo mica di avere sette vite come i gatti? No, ne abbiamo una sola, non buttiamola via", e ancora Barbara D'Urso e la sua continua lotta contro la violenza sulla donne, il suo continuo invito a "denunciare i mostri", ecc... Oggi, anche Gianluigi Cimmino, ha detto BASTA! Gianluigi Cimmino è nato a Roma nel 1973; è laureato in Economia e Commercio e possiede il marchio Yamamay. L'annuncio della campagna pubblicitaria presenta un'immagine con un occhio livido accompagnato dallo slogan: "FERMA IL BASTARDO". Cimmino afferma: "Avevo dato l'input al mio gruppo di creativi, volevo lavorassero a un'idea contro la violenza sulle donne" e continua "Questo risultato mi e piaciuto subito: forte, un pugno nello stomaco." "Produciamo capi di intimo, certo, ma non abbiamo mai fatto una campagna non rispettosa alle donne. Le donne sono nostre clienti. Mostrare i corpi femminili fa parte del nostro lavoro perché non esiste altro modo per far vedere l'effetto di certi capi indossati. Ma non ci abbiamo mai giocato, mai forzato la mano. Mai ammiccato. Mai oltrepassato il buon gusto". E continua, criticando la monotonia di alcuni marchi: "Usare il corpo femminile per pubblicizzare qualunque cosa, dai telefonini, alle lavatrici è un cortocircuito di chi non ha più idee". La campagna pubblicitaria partirà domani e le commesse di ogni negozio indosseranno una t-shirt con lo slogan in atto. Cimmino conclude: "Vorrei che questa campagna desse il via a un grande movimento popolare". Che poi è quello che ci auguriamo tutti; di conseguenza FERMIAMO I BASTARDI, perché ce ne sono veramente troppi.
NUMERO DI TELEFONO DELLA RETE NAZIONALE ANTIVIOLENZA: 1522
mercoledì 24 luglio 2013
IL FATTO NON SUSSISTE
I protagonisti di questa storia sono due tra i più famosi stilisti nel panorama mondiale, Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Tutto iniziò mercoledì scorso, quando l'assessore al Commercio di Milano, Franco D'Alfonso afferma: "Qualora stilisti come Dolce e Gabbana dovessero chiederci spazi pubblici, il Comune dovrebbe chiudere loro le porte. Non possiamo farci rappresentare nel mondo da evasori." Gli stilisti più amati in tutta Italia e nel mondo vengono quindi etichettati come "EVASORI". La furia dei due è scontata, tanto che in un "Corriere Della Sera" di settimana scorsa vengono occupate due pagine, una con una lettera scritta da loro e l'altra scritta dai loro tre avvocati. Lo scopo delle due pagine era spiegare ai lettori cosa stesse succedendo e la loro causa d'indignazione. Ma l'ira di Gabbana non si ferma qua, utilizza Twitter e cinguetta: "Comune di Milano fate schifo!!! Fate schifo e pietà !!! Vergognatevi !!!". I due stilisti, dopo varie riflessioni decidono di chiudere i loro negozi e il loro ristorante di Milano per tre giorni e su ogni vetrina viene affisso un cartello con la scritta "chiuso per indignazione" (i commessi però verranno correttamente retribuiti).
I due re della moda non vogliono tacere, nasce quindi un'intervista fatta da Gian Antonio Stella sul "Corriere Della Sera" dove Stefano Gabbana afferma: "Noi siamo delle persone perbene. Viviamo in Italia, paghiamo le tasse in Italia, non facciamo finta di vivere all'estero..." e prosegue: "Noi sappiamo fare i vestiti. Vogliamo fare i vestiti. E invece siamo tirati in mezzo in una storia complicatissima di commi e codicilli". "Non ci rassegniamo a essere crocefissi come dei ladroni. Perché non lo siamo."
La conversazione continua e dopo varie domande, il giornalista chiede loro: "E se vi confermano la condanna a 400 milioni di multa?" interviene Dolce: "Chiudiamo. Cosa vuole che facciamo? Chiudiamo. Non saremmo in grado di resistere. Impossibile". E Gabbana aggiunge: "Se ci meritassimo la condanna niente da dire, ma non la meritiamo. E comunque sì, dovremmo chiudere."
Dolce e Gabbana non si nascondono davanti a niente, rispondono pronti a ogni domanda, anche la più fastidiosa, e da come si legge, spesso, il tono è ironico e tende a "stuzzicare" il giornalista, tanto che affermano: "Non abbiamo mica fatto le cose di notte! Tutto alla luce del sole". Alle loro dichiarazioni io credo, è tutto scritto e di conseguenza "il fatto non sussiste".
martedì 23 luglio 2013
HABEMUS ROYAL BABY
Ci siamo. E' nato. E' nato. E' nato. Chiunque non sapesse, non avesse ancora acceso il televisore o non avesse ancora visto un pezzo di carta che non sia carta igienica, E' NATO. Pare che in quel di Buckingham Palace, o comunque non molto distante, la Middleton abbia finalmente sfornato il bebè, un maschio. A causa delle innumerevoli notizie, iniziavamo ad avere nausea e doglie anche noi. Del piccolo non si sa ancora il nome, né si è ancora visto il volto, ma domani avremo già articoli in prima pagina riguardanti il suo primo ruttino. Dall'ospedale, i medici, ci assicurano che mamma e figlio stanno benissimo e forse già oggi Kate viene dimessa; anche perché con tutte le attenzioni e le cure che hanno ricevuto è quasi impossibile che stiano male. La notizia è stata riportata su qualsiasi giornale del mondo e qualsiasi palinsesto televisivo, un po' come se la duchessa fosse l'unica donna sulla faccia della terra ad aver messo al mondo una vita. Il bimbo è nato il 22/07/2013 alle h 16.24 londinesi e pesa 3,8 kg. La folla al di fuori di Buckingham Palace era ed è immensa, gente da tutto il mondo, italiani, americani, spagnoli, francesi, irlandesi, scozzesi e chi più ne ha più ne metta. Ora (più che "ora", da circa 9 mesi) le attenzioni sono tutte su di lui, l'erede al trono, chi scommette sul nome, chi prova ad indovinare se assomiglia più a Kate o a William, chi sa già la nazionalità della tata (Barbara D'Urso ci svela su Twitter che sarà una tata italiana), chi lo invidia per ciò che gli spetta e chi lo compatisce per la poca libertà che gli riserverà il futuro. Perchè, forse, la libertà è l'unica ricchezza di cui nessuno ci può privare, e lui, a causa dei continui riflettori puntati, ne avrà molto poca.
lunedì 22 luglio 2013
IO FACCIO LA MIA PARTE
Viaggiando per le strade della città di Milano, sono rimasta affascinata da una campagna pubblicitaria "estate 2013". L'impresa è "Piazza Italia" e la campagna pubblicitaria recita l'headline: "Io faccio la mia parte". Come si può vedere dai vari annunci, nei visual non ci sono modelle nude e modelli con l'addominale scolpito, bensì gente comune. Piazza Italia ha voluto rappresentare l'Italia operaia, l'Italia che lavora, o per lo meno l'Italia che, al giorno d'oggi, vorrebbe lavorare, dato l'alto tasso di disoccupazione. All'interno della campagna sono presenti: operai, operatrici ecologiche, volontari, cavatori, camerieri, pescatori, fornai, guardie del fuoco, falegnami e impiegate in case di cura. Come si legge sul sito ufficiale dell'impresa, l'obiettivo è quello di: "Gente comune che attraverso la loro immagine, hanno voluto rappresentare il loro quotidiano, fatto di lavoro, sacrifici, speranze e semplici gesti d'umanità, cercando di spronare chi al potere potrebbe fare di più".
Tanto coraggio e tanta stima per questo marchio italiano.
Fonte ufficiale: http://www.piazzaitalia.it/index.php



domenica 21 luglio 2013
Lui, Lei e L'altra
Sembra un film, una fiction, lui, lei e l'altra. I protagonisti però, in questo caso, sono reali: Lui sarebbe il famoso cantante italiano Massimo di Cataldo, Lei la stimata artista visuale Anna Laura Millacci e l'Altra la prima moglie di Massimo, Jorgelina Borda Amezaga. Tutto si è scatenato sul social network più famoso sulla faccia della terra, Anna Laura ha voluto denunciare pubblicamente la violenza fisica e psicologica del marito e lo ha fatto con immagini molto crude: il suo volto violaceo, gli occhi tristi e spenti rossi e la foto di una vasca da bagno in cui è presente un ipotetico feto zuppo di sangue tanto che su Facebook scrive : "Anche quando ero incinta mi ha picchiata e Rosalù è un miracolo sia nata. Questa volte le botte me le ha date al punto di farmi abortire il figlio che portavo in grembo". Probabilmente, dopo questo post, il cantante riceve continui insulti e continue domande perché la sua reazione su Facebook appare sorpresa tanto che si giustifica scrivendo: "Solo poco fa ho appreso su Facebook cosa sta accadendo e sono sconvolto. Come può una donna, madre di mia figlia, arrivare a tanto, alterando la realtà solo perché una storia finisce? Farò di tutto per tutelarmi, prima come uomo e poi come artista". A questo punto la pioggia di commenti è scontata, chi si schiera dalla parte di lei insultando Di Cataldo, chi si schiera dalla parte di lui, dicendo che l'unico obiettivo della moglie è quello di un po' di visibilità. Ancora non si sa da che parte stia la verità, personalmente dubito che lei abbia cosparso un feto di Ketchup e tanto meno si sia colorata il naso con il sangue finto che si usa nella festa di Halloween. Ma continuiamo. La Millaci da grande Donna dedica successivamente un post, sempre su Facebook, al suo "uomo": "Caro Massimo Di Cataldo non avrei mai voluto arrivare a dire pubblicamente che uomo sei, e a pubblicare queste foto così terribili. Tu che ci tieni così tanto alla tua faccina angelica.. alla tua carriera ormai fatiscente al punto che hai scelto di convivere con due personalità diverse ed opposte peggio di dottor Jekil e mr. Hide.
Sai...dopo 13 anni di un grande amore ma anche grandi sofferenze ho pensato di farti un regalo. L'ultimo degli infiniti che ti ho fatto in questi anni. Il più prezioso:
forse ora prenderai coscienza ...visto che sembri sempre inconsapevole delle tue azioni come farebbe un bimbo di 3 anni.
Forse stavolta ti sto aiutando davvero.
Ti regalo la possibilità di fare un Upgrade. Quello di diventare finalmente un Uomo. E non lo faccio per rabbia ma per la nostra piccola Rosalù che ha bisogno di un padre e non di un fratellino piccolo e violento. Buona vita Massimino e buon premio Lunezia. Premieranno il tuo grande onore nei confronti di noi donne tutte."
Perché sì, quando succedono questi episodi, noi donne tutte ci sentiamo ferite, deluse ed è una coltellata al cuore per ognuna di noi.
Ma Di Cataldo non molla, e il suo ultimo post fa capire che lui è ancora stupefatto, vuole far passare la sua donna per una falsa che sta descrivendo un episodio surreale tanto che conclude con un deciso: "La verità verrà a galla. Io non temo poiché non ho niente da nascondere".
In questa storia però c'è una terza persona, l'ex moglie di Massimo Di Cataldo, tirata in causa in questo botta e risposta mediatico: "Proteggiamo i nostri figli dalla violenza e non facciamoci ingannare dalle canzoni romantiche. e questo lo sa bene pure la tua ex moglie Jorgelina" scrive Anna Laura, sempre su Facebook.
A questo punto Jorgelina deve intervenire e anche lei lo fa tramite social network: "Credo che quella donna sia una persona squilibrata, che ha fatto molto male a me e a mia figlia... Quando vivevamo a Trastevere, con Massimo, lei lo perseguitava, citofonava a tutte le ore della notte, nonostante io avessi una bambina piccola, la mia primogenita, Carlotta, che dormiva. Lo tempestava di messaggi per costringerlo a scendere. Mi sembrava ossessiva ed emozionalmente squilibrata. Massimo mi avrà tradito con 500 donne, ma lei non gli dava tregua, nemmeno quando lui pensava di ricostruire la famiglia. Ha invaso la nostra vita quotidiana, ha fatto tanto male a Massimo e a me".
Cara Jorgelina, la verità non è ancora venuta a galla, i nodi non sono ancora venuti al pettine, difendere il tuo ex marito, che ti ha tradito con 500 donne come hai detto solo per dichiarare guerra alla donna che te l'ha portato via non ti fa onore, alle volte la solidarietà femminile non farebbe male.
Donne DENUNCIATE, non si tratta di vergogna o di "sputtanamento", DENUNCIATE!
Tutta la storia è molto triste, ma ciò che è ancora più triste è che viviamo in un paese dove imponiamo alle donne cosa devono fare in casi come questi e non facciamo nulla per far sì che questi casi non si verifichino.



Iscriviti a:
Post (Atom)